VALERIO CASTELLO
VALERIO CASTELLO
(Genova, 1624 – 1659)
La Vergine, il Padre Eterno ed una santa carmelitana
olio su tela
122×99 cm
Questa squisita tela, straordinaria per la resa coloristica degli azzurri e dei rossi, fu resa nota per la prima volta da Giuliana Biavati nel 1962 quando l’opera apparteneva all’armatore genovese Angelo Costa.
Il dipinto è considerato dalla critica un’opera estremamente significativa per comprendere il geniale passaggio di Valerio Castello ad un precoce barocco. Castello è infatti il pittore genovese che riuscì, tramite il suo stile geniale, a traghettare la pittura ligure verso una pittura moderna.
La tela, le cui dimensioni fanno pensare all’arredo di una cappella privata in un palazzo nobiliare, rappresenta La Vergine, il Padre Eterno ed una santa carmelitana. E’ proprio la presenza della santa carmelitana che fa ipotizzare una committenza da parte della famiglia Doria, grazie alla quale l’ordine ebbe ampia diffusione in città. La composizione è figlia del miglior barocco italiano ed internazionale presentando nella diagonale il cardine della composizione. Il ritmo dei gesti, il moltiplicarsi degli sguardi, i panneggi e gli angioletti in volo contribuiscono a donare ulteriore dinamismo alla scena.
Valerio esprime la sua maestria proprio nelle sprezzanti pennellate e nelle tinte intense degli azzurri e dei rossi: pezzi di bravura nella resa scenica che è al tempo stesso verosimile e magica, reale e irreale, così da conferire alla scena tutta quella ambientazione da sogno della mistica apparizione.